lunedì 15 febbraio 2010

LA COMMISSIONE PONTIFICIA "ECCLESIA DEI" RISPONDE AD IMPORTANTI DOMANDE




LA COMMISSIONE PONTIFICIA "ECCLESIA DEI"
RISPONDE AD IMPORTANTI DOMANDE

La Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" ha recentemente risposto ad alcune domande importanti in merito all'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum presentato dal moderatore di fedeli legati alla Forma Straordinaria della diocesi di Rzeszów, Polonia. Le risposte, tuttavia, sono applicabili in generale.  Le domande originale (in tedesco) e le risposte (in italiano), pubblicate da Nowy Ruch Liturgiczny vengono riprodotti qui sotto. 
Ecco un riepilogo di NLM ; le domande 2 e 3 sono quelle che hanno un impatto maggiore:


1. Se non c'è altra possibilità, perché per esempio in tutte le chiese di una diocesi le liturgie del Sacro Triduo sono già state celebrate nella Forma Ordinaria, le liturgie del Sacro Triduo possono addizionalmente essere celebrate anche nella Forma Straordinaria se l'Ordinario del luogo lo permette.

2. Una messa celebrata nell' usus antiquior può sostituire una Messa già pianificata nella Forma Ordinaria. La questione dibattuta è che in molte chiese le Messe Domenicali sono pianificate più o meno costantemente lasciando libero solo metà del pomeriggio un piccolo spazio di tempo che provoca contestazioni e lamentele.
La risposta del problema è lasciata al prudente giudizio del parroco e enfatizza il diritto di un gruppo stabile ad assistere alla Messa nella Forma Straordinaria.

3. Un parroco può pianificare una Messa pubblica nella Forma Straordinaria di sua iniziativa (es.: senza la richiesta di un gruppo di fedeli) a beneficio dei fedeli inclusi quelli che non hanno dimestichezza con l'usus antiquior.  La risposta della Commissione qui è identica a no. 2. 

4. Il calendario, le letture o i prefazi del Missale Romanum del 1970 non possono sostituire quelle del Missale Romanum del 1962 delle Messe nella Forma Straordinaria.

5. Mentre le letture liturgiche (Epistola e Vangelo) stesse devono essere lette dal sacerdote (o diacono/suddiacono) come previsto dalle rubriche, una traduzione in lingua può poi essere letta anche da un laico.