giovedì 1 aprile 2010

Triduo Pasquale: la riflessione di mons. Guido Marini

Con la Messa in Coena Domini, presieduta dal Papa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, inizia dunque il Triduo Pasquale, culmine di tutto l’Anno Liturgico. Per una riflessione su questi giorni in cui la Chiesa celebra la Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, Luca Collodi ha intervistato mons. Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie:

R. - Entriamo nelle giornate più importanti dell’Anno liturgico perché il Triduo Pasquale ci conduce al cuore del mistero della Salvezza, quel mistero di amore per cui il Signore ha voluto passare attraverso la Passione, la Croce, la Morte e la Risurrezione per donare a tutti noi la vita nuova che è proprio la salvezza.

D. – Mons. Marini andiamo al Giovedì Santo, una giornata molto importante…

R. – Al mattino – non siamo ancora proprio nel Triduo – ma c’è una celebrazione molto significativa e anche suggestiva; in questo contesto c’è la benedizione degli oli santi. Nel pomeriggio inizia il Sacro Triduo con la Messa in Coena Domini, una celebrazione nella quale si ricorda, anche attraverso il gesto molto suggestivo della lavanda dei piedi, il dono che il Signore ha fatto di sé fino alla fine e l’Eucaristia è proprio il momento di questo dono fino alla fine che il Signore fa di se stesso.

D. – Nella giornata del Venerdì Santo celebriamo la Passione del Signore e poi il rito della Via Crucis serale al Colosseo. Dobbiamo ricordare che la Chiesa universale proprio in coincidenza col Venerdì Santo dedica una giornata alla Terra Santa e promuove una colletta per le comunità cristiane della Terra Santa…

R. – Il Venerdì Santo è il giorno in cui la Chiesa si concentra sulla Croce e proprio concentrandosi sulla Croce, adorando la Croce, ricorda fin dove si è spinto l’amore di Dio per l’uomo e per l’umanità. E’ molto bello che ci sia questa circostanza di un ricordo specifico per la Terra Santa proprio perché sappiamo come la Terra Santa, la terra del Signore attraversi anche un momento di difficoltà, di fatica, per la vita di tanti cristiani che in qualche modo rinnovano nella loro esperienza quotidiana la Croce del Signore.

D. – E arriviamo poi al Sabato Santo con la Veglia Pasquale proprio nella notte di Pasqua che ci porta dalla sofferenza alla gioia, alla speranza…

R. – Questo passaggio dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, la Veglia lo sottolinea attraverso tanti segni, attraverso tanti gesti. Vorrei qui ricordare quel segno così bello del passaggio dall’oscurità alla luce con il quale la Veglia Pasquale ha inizio, per ricordare a noi che con la Risurrezione del Signore per tutti noi si è realizzato una volta per tutte questo passaggio decisivo dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia che poi dobbiamo continuamente rinnovare durante la nostra vita.

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