venerdì 7 gennaio 2011

Le celebrazioni dei copti in Egitto tra timori e manifestazioni di solidarietà


Le celebrazioni dei copti in Egitto tra timori e manifestazioni di solidarietà

Natale di pace
speranza per il futuro


Il Cairo, 7. "Non abbiamo paura Dio ci protegge": un sentimento di forte speranza ha animato i fedeli copti che hanno affollato le chiese in Egitto, in occasione delle messe per la celebrazione del Natale. Tra i timori - resi ancora più evidenti dalle imponenti misure di sicurezza messe in atto dopo la strage della notte di Capodanno ad Alessandria - per le nuove minacce giunte su internet contro la comunità cristiana e il desiderio di reagire, con la fiducia, al clima d'intolleranza innescato nel Paese, la comunità copta ha dedicato le celebrazioni al ricordo delle vittime. Il patriarca copto ortodosso Shenouda iii, presiedendo la messa di mezzanotte nella cattedrale di San Marco, a Il Cairo, ha commemorato i morti della notte dello scorso 31 dicembre e quelli della strage del Natale 2009, a Nag Hammadi, nell'alto Egitto, ma anche "tutte le vittime cristiane senza colpa" nel mondo, facendo particolare cenno ai bambini. "Voglio ricordare - ha sottolineato il patriarca - i nostri bambini di Alessandria d'Egitto e quelli di altri Paesi che sono morti da martiri innocenti che non avevano nessuna colpa".


Alla messa - che è stata trasmessa in diretta televisiva - hanno partecipato anche i rappresentanti delle autorità civili, tra i quali il ministro copto delle Finanze, Youssef Boutros e il capo dello "staff" presidenziale, Zakaria Azmi. Presenti anche i figli del presidente Hosni Mubarak.

Solidarietà e vicinanza sono stati espressi dall'imam della moschea di Al Azhar, Ahmed Al Tayyeb, che si è recato nella cattedrale di San Marco, poco prima dell'inizio della messa, per porgere gli auguri natalizi al patriarca Shenouda iii. Il sentimento di vicinanza della comunità si è peraltro manifestato con la presenza, a titolo personale, di numerosi musulmani alle messe nelle chiese copte e la celebrazione di veglie per la pace in varie zone del Paese. "Attorno ai cristiani - ha evidenziato il vescovo cattolico di Luqsor, Tebe dei Copti, Youhannes Zakaria - si è creato un movimento di solidarietà incredibile. Alla messa di mezzanotte ho potuto vedere personalmente come i musulmani, persone ordinarie del popolo, si siano stretti attorno alla nostra comunità. Alla celebrazione hanno infatti partecipato diversi nostri fratelli musulmani".


A pochi giorni dall'attentato di Capodanno, lacrime di commozione hanno segnato i volti dei fedeli nella chiesa copto ortodossa dei Santi d'Alessandria. Le porte del luogo di culto sfregiato dall'esplosione si sono aperte la notte della vigilia per accogliere uomini e donne vestiti con abiti neri in segno di lutto e con sciarpe attorno al collo con la scritta "il dolore del 2010". I religiosi, inoltre, hanno indossato delle spille con la scritta "pregate per coloro che vi attaccano e per coloro che vi perseguitano", mentre tutti gli occhi erano puntati sulle pareti della chiesa dove erano appese le foto delle vittime, accanto all'immagine di Cristo con le braccia aperte sopra un brano di un salmo che recita: "Il sangue dei martiri battezza ogni parte della chiesa dei Santi".

Mentre il dolore è ancora vivo, si susseguono intanto gli appelli alla pace nel mondo. In una nota dei leader riuniti nella Conferenza dei responsabili del culto in Francia - a firma del cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, del metropolita ortodosso Emmanuel, del pastore Claude Baty, del gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, del presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Mohammed Moussaoui e del presidente dell'Unione buddista, il reverendo Olivier Wang-Genh - si sottolinea con fermezza "che nessuno può utilizzare le religioni per legittimare la violenza, la segregazione e perfino il disprezzo per un essere umano". Richiamando i recenti attentati in Egitto e in Iraq, si ribadisce che "le violenze compiute "nel nome di Dio" contro altri credenti sono inaccettabili e feriscono non solo una religione, ma l'intera umanità". I leader religiosi concludono: "Noi desideriamo essere operatori di pace nel nostro Paese e in tutto il mondo".


E anche il presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, ha osservato che la serie di attacchi contro i cristiani "appare sempre più come un piano particolarmente malvagio di pulizia religiosa nel Vicino Oriente". Nei giorni scorsi, in un altro appello, un gruppo di cento parlamentari francesi avevano evidenziato che "non si può restare inerti" di fronte alla situazione in cui vivono i cristiani nella regione.

(©L'Osservatore Romano - 7-8 gennaio 2011)