martedì 8 marzo 2011

Celebrazioni Presiedute dal Santo Padre Benedetto XVI per il Mercoledì delle Ceneri, 9 Marzo 2011


MERCOLEDÌ DELLE CENERI

"STAZIONE" NELLA BASILICA DI SANTA SABINA ALL'AVENTINO
PRESIEDUTA DAL

SANTO PADREBENEDETTO XVI

9 marzo 2011

Basilica di Sant'Anselmo all'Aventinoore 16.30
Statio e Processione Penitenziale

Basilica di Santa Sabinaore 17.00
Santa Messa, benedizione e imposizione delle Ceneri



Stazione a Santa Sabina
MERCOLEDI’ “DELLE CENERI”

Dopo la riforma di S. Gregorio Magno, nel VII secolo, la Quaresima inizia con il “Mercoledì delle Ceneri”. Originariamente cominciava la Domenica “in capite jeiunii” con la stazione (probabilmente “vigilare”, cioè notturna) nella “cattedrale” di Roma, S. Giovanni in Laterano.

L’imposizione delle “ceneri” era un rito riservato dapprima ai penitenti pubblici, che avevano chiesto di venir “riconciliati” durante la Quaresima. Per umiltà, riconoscendosi tutti bisognosi di “riconciliazione”, il Papa, il Clero e poi tutti i fedeli vollero associarsi a quel rito ricevendo anch’essi le ceneri.

Perché sia stata scelta Santa Sabina con precisione non si sa: alcuni pensano che il Papa, in vista delle fatiche quaresimali, si ritirasse lassù per alcuni giorni di riposo. Potrebbe anche essere stata scelta perché, per raggiungerla, la processione che partiva da Santa Anastasia doveva fare una forte salita simbolo degli sforzi necessari alla “salita” verso la perfezione spirituale dell’anima.

La basilica attuale è “datata” come riportato nella grande iscrizione dell’entrata: “fu costruita dal presbitero Pietro Illirico, ai tempi di Papa Celestino I (422-432)”. Ma si conosce un Titulus Sabinae” anteriore a quell’epoca, costruito forse su una casa romana di cui sono stati visti i ruderi. La Sabina titolare è stata probabilmente la donatrice del terreno ecc. che poi, quando nel VI secolo “Titulares” erano solo i Santi Martiri, è stata (i casi sono numerosissimi) fregiata, sicuramente a ragion veduta, del titolo di Santa.

La basilica del V secolo fu restaurata e modificata molte volte, come quasi tutte le chiese antiche di Roma: incendi, terremoti, invasioni, nuove mode stilistiche, furono i loro grandi nemici! Nel 1914-18 A. Munos la riportò al suo stile, utilizzando molti pezzi originali, che per fortuna non erano andati distrutti: è quella che ammiriamo tuttora.