mercoledì 23 novembre 2011

Un’esposizione in Vaticano sull’opera dell’architetto della Sagrada Família "Gaudí a Roma" (Lluís Martínez Sistach)



Con un’esposizione in Vaticano s’inaugura come omaggio a Benedetto XVI
una panoramica sull’opera dell’architetto della Sagrada Família

Gaudí a Roma

Lluís Martínez Sistach
Cardinale arcivescovo di Barcellona

Più di cinquemila persone hanno gremito lo scorso 6 novembre le bellissime navate della basilica della Sagrada Família di Barcellona per commemorare con una celebrazione eucaristica il primo anniversario della sua solenne dedicazione, presieduta da Benedetto XVI il 7 novembre 2010.

Lluís Martínez Sistach
In quel momento culminante della cerimonia — dopo aver ascoltato la lettura della lettera del Papa rivolta al cardinale-arcivescovo nel suo giubileo sacerdotale e il messaggio del cardinale segretario di Stato, a nome del Pontefice, a tutta la comunità diocesana — i partecipanti hanno visto apparire sugli schermi televisivi installati in tutta la basilica la figura di Benedetto XVI. E hanno potuto ascoltare dalle sue labbra le parole che aveva pronunciato quella mattina stessa durante la recita dell’Angelus.

Il Papa aveva detto: «Ricordo che un anno fa, a Barcellona, ho avuto la gioia di dedicare la basilica della Sagrada Família, ammirevole sintesi di tecnica, bellezza e fede, ideata dal servo di Dio Antoni Gaudí, geniale architetto».

La comunità riunita quel pomeriggio nella Sagrada Família ha accolto il messaggio e le parole del Papa con un lungo applauso. In quel momento tutti abbiamo potuto rivivere il clima gioioso di quell’altra domenica, il 7 novembre 2010, quando Benedetto XVI era fra noi per dedicare il tempio della Sagrada Família, al quale ha concesso il titolo di basilica minore con la bolla Templum Dei et Christifidelium communitatis, datata e suggellata con l’Anello del Pescatore quello stesso giorno nella città di Barcellona.

Nell’ascoltare le parole del Papa, mi sono ritornate in mente quelle che aveva pronunciato nella sede dell’arcivescovado di Barcellona, all’ora di pranzo, nel giorno della dedicazione della basilica: «Della celebrazione di questa mattina conserverò un ricordo indelebile». Ė stata per noi una grande emozione sentirci dire nuovamente che la sua giornata barcellonese aveva suscitato grande gioia nel suo cuore di padre.


Anche noi conserviamo un ricordo commosso e grato della visita del Papa a Barcellona, quel 6 e 7 novembre. Ci siamo sentiti — allora come adesso — profondamente amati dal Papa e chiamati a rivitalizzare la nostra fede cattolica e a stringere i vincoli di comunione con il successore di Pietro.

Sono i fatti e i sentimenti che desideriamo esprimere con l’iniziativa della mostra «Gaudí e la Sagrada Família a Barcellona. Arte. Scienza e spiritualità» che si inaugurerà il 24 novembre nel Braccio di Carlo Magno, accanto a piazza San Pietro, e che si potrà visitare fino al 15 gennaio del prossimo anno. Grande è stata la nostra gioia nel poter portare nella Città Eterna l’opera di un architetto geniale e di un cristiano esemplare, il cui processo di beatificazione è già stato avviato. Antoni Gaudí, il creatore della basilica della Sagrada Família, è un catalano ogni giorno sempre più universale.

Questa mostra a Roma vuole essere soprattutto un atto di ringraziamento al Papa per i motivi appena esposti e anche al Pontificio Consiglio della Cultura e al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, per l’interesse e la sensibilità dimostrati verso la basilica della Sagrada Família e verso la figura del suo geniale architetto, senza dimenticare le due iniziative promosse da questi dicasteri che si terranno il prossimo anno a Barcellona: la sessione del «Cortile dei gentili» e simultaneamente la realizzazione della «Missione Metropolis» a Barcellona e in altre undici grandi città europee.

La mostra è suddivisa in cinque sezioni al fine di inquadrare dal punto di vista storico e artistico la figura di Gaudí e la sua opera. La prima sezione presenta così la vita e l’opera dell’architetto e il processo edilizio seguito nella basilica fin dal suo inizio, nel 1882. La seconda sezione propone uno sguardo d’insieme sulle opere di Gaudí: per comprendere il tempio della Sagrada Família bisogna infatti conoscere anche gli altri edifici ideati da questo architetto; in essi ritroviamo gli elementi formali, cromatici e simbolici applicati in seguito alla sua opera emblematica.

Un’altra sezione sarà quella dedicata a scienza e tecnologia. Gaudí è molto più che l’autore di forme originali ed esuberanti. La sua architettura ha un fondamento razionale e i suoi calcoli una base scientifica. Si è potuto constatare tutto ciò con l’aiuto dell’informatica. Nella sezione dedicata alla spiritualità si mette invece in evidenza il fatto che tutti gli elementi architettonici e ornamentali presenti nella basilica della Sagrada Família, al di là della loro funzionalità, fanno riferimento al messaggio cristiano.

La mostra terminerà con una proiezione audiovisiva che racchiude i momenti più significativi della cerimonia di dedicazione del tempio da parte di Benedetto XVI, e ripercorre l’architettura interna ed esterna della basilica.

L’arcidiocesi di Barcellona e la Catalogna sono orgogliose di poter presentare a Roma una parte importante della loro cultura millenaria fondata sulle loro radici cristiane e che reca frutti di arte e di spiritualità, Benedetto XVI, nell’omelia della dedicazione della basilica, si è chiesto: «Cosa significa dedicare questa chiesa?». E ha risposto: «Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un’immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell’intelligenza umana, costruttrice di quest’opera d’arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l’assoluto della luce e di colui che è la Luce, l’Altezza e la Bellezza medesime».

La presenza della basilica al centro della nostra città di Barcellona, visibile da ogni suo punto, ha un significato profondo e benefico in un’epoca in cui l’uomo pretende di edificare la propria vita voltando le spalle a Dio, come se Dio non esistesse. È la presenza della trascendenza in mezzo alla vita secolare della città. Per questo il Papa, in quella omelia, ci ha detto che Gaudí «aprendo in questo modo il suo spirito a Dio, è stato capace di creare in questa città uno spazio di bellezza, di fede e di speranza, che conduce l’uomo all’incontro con colui che è la verità e la bellezza stessa».

Gaudí per la sua arte cercava ispirazione in Oriente e soprattutto in Grecia ed era un grande ammiratore della cultura mediterranea, soprattutto della sua luce. Per questo crediamo che una rinnovata comprensione della sua opera accomuni tutti noi popoli delle rive del Mediterraneo. Speriamo che questa mostra riesca a trasmettere nel cuore della cattolicità un messaggio in cui si uniscono arte, scienza e spiritualità, a partire da quei tre libri dei quali, come ci ha magistralmente ricordato il Papa a Barcellona, Gaudí «si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia. Così unì la realtà del mondo e la storia della salvezza, come ci è narrata nella Bibbia e resa presente nella Liturgia».

Gaudí diceva che nel tempio della Sagrada Família tutto è provvidenziale. Oggi, di fronte all’urgenza dell’evangelizzazione, a Barcellona disponiamo di un monumento religioso bellissimo, originalissimo e ricchissimo di simbologia biblica, ecclesiologia, catechetica e liturgica, che costituisce un eccellente strumento per evangelizzare gli uomini e le donne del nostro tempo.

© L'Osservatore Romano 24 novembre 2011

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